Ogni lingua nasconde delle insidie, soprattutto quando non si tratta della nostra lingua madre. Ci sono infatti delle regole grammaticali che semplicemente vanno memorizzate e applicate, senza fare appello alle nostre abilità logiche.
Altre volte ci troviamo di fronte ad un’eccezione alla regola che semplicemente non conoscevamo. Oppure, potremmo essere tentati di tradurre dalla nostra lingua, ma le regole sintattiche potrebbero essere completamente diverse. Che consiglio possiamo darti per evitare errori grossolani?
Per non commettere errori, il metodo ideale è imparare le regole, accompagnandole ad una pratica costante di ascolto e parlato.
La risposta potrà anche apparire piuttosto scontata ma la verità è che studiare bene la grammatica è l’unica soluzione per parlare correttamente. Anche la pratica può venirti in aiuto, in quanto usare regolarmente una lingua ti porta ad apprendere in modo naturale e quasi inavvertitamente le regole e le strutture; un po’ come avviene nel caso dei bambini quando imparano a parlare.
Evitare di commettere gli errori comuni in inglese non è così difficile
Esistono errori molto frequenti che è bene conoscere per semplificare il proprio processo di apprendimento e per parlare correttamente sin da subito.
Ti presentiamo i 10 errori più frequenti, che forse stai commettendo inconsapevolmente.
Everybody are happy.
La parola everybody (tutti, ognuno) in italiano verrebbe tradotta col plurale “tutti”. Ciò potrebbe indurci in inganno e spingerci a coniugare il verbo al plurale.
In realtà, everybody, così come somebody (qualcuno), nobody (nessuno), anybody (alcuno), è un sostantivo singolare e come tale richiede il verbo al singolare.
Is everybody happy to come?
(Sono tutti felici di venire?)
I’ll explain you the problem.
In questa frase sono presenti due complementi, il complemento oggetto the problem (il problema) e il complemento di termine you (tu); in italiano traduciamo con la frase “ti spiegherò il problema”, laddove ti corrisponde ad “a te”.
In inglese i due complementi vanno distinti chiaramente, introducendo il pronome personale you con la preposizione to (a). Inoltre, la forma più corretta richiede che il complemento oggetto the problem segua immediatamente il verbo.
Mary is not attending the meeting tomorrow. I’ll explain the problem to you.
(Maria non parteciperà alla riunione domani. Ti spiegherò il problema)
If I will see Judy later, I’ll give her the news.
Stavolta l’errore non sta nel doppio complemento, che in questo caso non richiede la preposizione to (a), ma nella subordinata condizionale del periodo ipotetico (in italiano detta protasi), e cioè quella introdotta dalla particella if (se).
In questa frase, il periodo ipotetico è del tipo 1 ed esprime quindi una condizione possibile e le sue probabili conseguenze. La proposizione condizionale del tipo 1 è sempre al simple present (presente indicativo), mentre la reggente vuole il simple future (futuro indicativo).
La regola, comunque, vale anche nel caso dell’italiano e quindi basta prestare un po’ di attenzione per non sbagliare.
If I see Judy later, I’ll give her the news.
(Se vedo John più tardi, gli passerò il messaggio)
Do you want that I make dinner?
In italiano traduciamo questa frase “vuoi che ti prepari la colazione?”, e quindi sembrerebbe quasi naturale formulare la frase così come la vediamo nel sottotitolo in alto. In realtà in inglese suona davvero male in quanto il pronome that (che) non viene mai usato dopo il verbo to want (volere).
La costruzione corretta vuole il verbo all’infinito col to dopo want.
Questa regola si applica a molti altri verbi che indicano richiesta, desiderio e ordine come: order (ordinare), tell (dire), invite (invitare), persuade (persuadere), ask (chiedere), prefer (preferire), intend (aver l’intenzione di).
Do you want me to make dinner?
(Vuoi che io prepari la cena?)
I ask you not to talk about the issue with Julia.
(Ti chiedo di non parlare della questione con Julia)
I am thinking to buy a new house.
A differenza della costruzione che abbiamo appena visto sopra, il verbo to think non regge la proposizione infinitiva.
Quindi quando il verbo to think introduce una frase bisogna usare la costruzione about (circa) + verbo in -ing oppure of (di) + verbo in -ing.
I am thinking of buying a new house.
I am thinking about buying a new house.
(Sto pensando di acquistare una nuova auto)
Altri errori comuni in inglese
Continuiamo con altri errori molti frequenti in inglese, facili da evitare e che evitandoli potrai riuscire a communicare in modo piu naturale con i madrelingua durante i nostri viaggi per vacanza, studio o lavoro.
Esistono errori più comuni che è bene conoscere per semplificare il proprio processo di apprendimento.
I have the possibility to visit New York next year.
Dopo il verbo to have, per indicare possibilità in inglese si usa il sostantivo opportunity (opportunità); la parola possibility viene generalmente usata dopo l’espressione “there is…” (c’è).
I have the opportunity to visit New York next year.
(Ho l’opportunità di visitare New York l’anno prossimo)
There is a possibility that I may visit New York next year.
(C’è la possibilità che io visiti New York l’anno prossimo)
She asked me where do I live.
Come saprai, nella forma interrogativa si usa l’ausiliare do/does/did; non è questo il caso del reported speech (discorso indiretto), che invece non richiede l’uso dell’ausiliare.
She asked me where I live.
(Mi ha chiesto dove vivo)
I visited a castle with my five-years-old niece.
Ed ecco una piccola chicca da tenere a mente. Abbiamo imparato a scuola che quando si indica l’età di qualcuno la parola year (anno) va la plurale; ma ciò vale quando l’età è introdotta dal verbo essere.
Quando invece l’età è espressa in forma aggettivale e quindi prima del nome cui si riferisce, allora la parola year va sempre al singolare.
I visited a castle with my five-year-old niece.
(Ho visitato un castello con la mia nipotina di cinque anni)
My niece is five years old.
(Mia nipote ha cinque anni)
My workplace is near to the gym.
Near (vicino) è un sinonimo di close to, ma non richiede l’uso di to (a).
My office is near the gym.
My office is close to the gym.
(Il mio ufficio è vicino alla palestra)
I like very much pizza.
L’avverbio very much (molto) non va mai tra il verbo e l’oggetto, ma sempre alla fine. Si tratta comunque di un’espressione poco usata nel parlato, cui è bene preferire “a lot” (molto) o “really” (davvero).
I like pizza very much.
I really like pizza.
I like pizza a lot.
(Mi piace molto la pizza)
Come vedi, per non commettere errori, il metodo ideale è imparare le regole, accompagnandole ad una pratica costante di ascolto e parlato. È proprio ciò che ti offre il metodo ABA English, grazie ad unità di apprendimento che combinano esercitazioni di ascolto e di conversazione, basate sulla visione di cortometraggi. Perché non provi subito?