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6 parole inglesi di cui non troverai la traduzione italiana

Ed eccoci qui con un nuovo tema affascinante legato alle lingue e in particolare all’inglese. Sappiamo bene come una lingua non rappresenti semplicemente un veicolo d’espressione ma sia anche portatrice di una storia, di una cultura, di modi di pensare, credere e amare. Ogni vocabolario è il risultato di incontri con popoli diversi, scelte e bisogni che si sono susseguiti nel tempo.

Uno dei modi più affascinanti ed efficaci per avvicinarsi ad una cultura è proprio studiarne la lingua ed effettuare una ricerca approfondita dei suoi vocaboli, con il loro significato e la loro origine. Un aspetto interessante delle lingue è legato in particolare alle parole che non conoscono traduzione o che sono difficilmente traducibili, in quanto esprimono concetti particolari non presenti in altre lingue o in altre culture.

Anche l’inglese vanta parole intraducibili o non direttamente traducibili in altre lingue. In questo caso accostarsi a queste parole può portare alla nostra attenzione dei particolari campi della cultura e della storia in cui gli inglesi sono stati ideatori o promotori di nuove idee o invenzioni oppure potrebbero ricordarci alcuni aspetti della religiosità, dell’espressività, del cibo e delle tradizioni di cui l’inglese si fa veicolo e che non ritroviamo altrove.

Per capirci meglio, ti presentiamo una lista di parole inglesi intraducibili in italiano. Let’s start!

Parole che indicano sentimenti o stati d’animo

Wanderlust

Questa parola significa letteralmente passione per il viaggio e indica un bisogno irrefrenabile di viaggiare. Si tratta di un prestito della lingua tedesca, entrato a far parte dell’inglese nei primi del ‘900. Il termine fece il suo ingresso nel vocabolario inglese per indicare la predilezione germanica per il viaggio a partire dal Romanticismo, per poi passare a indicare più genericamente il desiderio di viaggiare che tanto caratterizza il nostro secolo e accomuna persone di ogni lingua e provenienza.

Serendipity

Termine diventato famoso nel 2001 grazie alla commedia romantica diretta da Peter Chelsom e così intitolata, indica la sensazione di gioia provata da chi trova qualcosa di inaspettato mentre era in cerca di qualcos’altro. In realtà la parola è presente nel cinema sin dagli anni ’60, con il film “Insieme a Parigi con Audrey Hepburn e William Holden. La parola Serendipity è stata inventata dallo scrittore e politico inglese Horace Walpole nel 1754, su ispirazione della fiaba persiana “I principi di Serendippo”, termine persiano con cui si indicava lo Sri Lanka. Tra le parole preferite degli inglesi, è entrato a far parte del vocabolario italiano come Serendipità, ma gli italiani spesso preferiscono pronunciare il termine originale inglese!

Awe

Parola di connotazione religiosa, non è soltanto intraducibile in italiano ma anche difficile da definire. Dall’antica parola inglese Ege, timore, ha mutato in parte il suo significato nel tempo. Può essere tradotto come timore reverenziale, stupore, ammirazione. Può indicare la sensazione di meraviglia e ispirazione che nasce dal sentirsi in comunione con l’universo e con la Divinità, ma la si può ritrovare anche in contesti secolari, per indicare il senso di timore e ammirazione suscitato da personaggi carismatici o da opere d’arte. È una parola dal significato molto bello e profondo che ci ricorda la complessità del nostro mondo interiore, non sempre pienamente esprimibile a parole.

Parole che indicano azioni o movimenti

Facepalm

È una parola composta da face (viso) e palm (palmo della mano) e indica il gesto di coprirsi il viso con la mano, in particolare per nascondere gli occhi. Indica quindi un gesto molto diffuso tra il genere umano, e che denota disappunto, dispiacere, sconcerto. La parola è stata coniata molto di recente, agli inizi del 2000, ed è praticamente intraducibile.

Googly

Anche questa parola ha a che fare con la gestualità e il corpo. Indica, infatti, un gesto anomalo da parte di un giocatore di cricket. L’etimologia è incerta, ma pare che il termine sia stato usato per la prima volta da un cronista in riferimento ad un gesto di Bernard Bosanquet durante una sua partita in Nuova Zelanda.

Shapesmith

Questo termine è il nome di un personaggio dei fumetti creato da Robert Kirkman e pubblicato da Image Comics nella serie “Invincibili”. Abbiamo scelto questa parola perché ha una storia particolare. Prima di diventare il nome di un supereroe, infatti, il termine indicava una persona impegnata a migliorare l’aspetto del proprio corpo. È stato coniato nel 1700, probabilmente per indicare la mania femminile di indossare corsetti e modificare la forma del proprio corpo. Parola antica, dunque, ma quanto mai attuale nel mondo di oggi, ossessionato dal corpo e dal mito dell’eterna bellezza!

Queste sono le parole che abbiamo scelto oggi, perché sono particolari e hanno una storia da raccontare. Scontato dire che ce ne sono molte altre, ormai talmente presenti nel parlato di tutti i giorni da essere entrate a pieno titolo nel vocabolario italiano; pensa a parole come internet, hot-dog, chat, scoop o hamburger.

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